Open Definition: versione 2.0

Lo scorso 7 ottobre Open Knowledge in collaborazione con Open Definition Advisory Council ha annunciato il rilascio della versione 2.0 della Open Definition. In italiano trovate on line la traduzione della versione 1.0 qui. Nella Open Definition si dichiarano i principi di base che definiscono il significato di “openness”, apertura, in relazione a dati e contenuti. La Open Definition ha avuto un ruolo chiave di supporto nella crescita dell’ecosistema open data, come ribadisce Rufus Pollock in questo post. Il contributo in termini di concettualizzazione e sforzo definitorio portati a termine con Open Definition restano cruciali. Negli ultimi anni il numero di dataset rilasciati è cresciuto esponenzialmente, evidenziando i benefici connessi al riutilizzo. Avrete sentito sicuramente citare ampiamente le stime di McKinsey contenuto nel report di fine 2013 sul potenziale economico dei dati aperti.  Tuttavia, una riflessione sui rischi di open-washing, sull’importanza della distinzione tra dati “aperti” e dati “disponibili”, e della frammentazione nell’ecosistema open data a causa della crescente incompatibilità tra licenze aperte, resta necessaria. La Open Definition vuole eliminare questi rischi, mantenendo la funzione essenziale di “standard” di riferimento. Qualità, compatibilità e semplicità sono le tre parole chiave.

Open non significa solo disponibile -  Key Lock by im icons from The Noun Project

Open non significa solo disponibile 
Key Lock by im icons from The Noun Project

 

Qualità – Semplicità – Compatibilità : 3 elementi chiave della Open Definition

Quality Okay by Stephanie Wauters from The Noun Project

Qualità
Okay by Stephanie Wauters   from The Noun Project

Compatibilità Compatible by Michel Demers from The Noun Project

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Semplicità
Paper Plane by Daniel Pang from The Noun Project

 

Qualità: open data dovrebbe significare libertà per tutti di accedere, modificare e condividere quei dati. Tuttavia, senza uno standard ben definito che chiarisca in dettaglio cosa significa “open”, rischiamo di assistere a crescenti tentativi di confondere la natura dei dati da considerare davvero “aperti” . Open Definition, in questi termini, si concentra essenzialmente su controllo della qualità.

Compatibilità: senza una definizione condivisa diventa impossibile comprendere cosa sia realmente “open”. L’incompatibilità dovuta alle differenze nei termini d’uso possono di fatto impedire la libertà di riutilizzo e di combinazione dei dataset aperti, azzerando così i maggiori benefici offerti dall’open data. Il rischio di incompatibilità cresce perchè molti open data sono rilasciati sotto licenze create appositamente. Alcuni governi hanno scritto differenti versioni di licenze aperte, che potenzialmente rischiano di non essere mutualmente compatibili con altre licenze aperte preesistenti.

Semplicità: grande promessa implicita nell’open data è la semplicità e facililtà di utilizzo. Questo non significa soltanto che l’accesso ai dati è garantito senza costi, ma significa che non c’è più necessità di assumere un giurista per le licenze, che non devi pensare a cosa puoi fare e cosa non puoi fare, nella tua attività di impresa o  di ricerca, per esempio. Una chiara e condivisa definizione permette di eliminare qualsiasi timore rispetto alla complessità dei limiti imposti da termini d’uso o licenze, ma anche rispetto a modalità di riuso e condivisione.

La prima versione della Open Definition fu pubblicata nel 2005 da Open Knowledge, la nuova versione lanciata il 7 ottobre è stata aggiornata grazie all’impegno degli esperti di Open Knowledge Advisory Council. La nuova versione della Open Definition rappresenta la revisione più significativa fatta negli ultimi dieci anni.

Il processo di discussione e consultazione con la comunità ha richiesto più di un anno, se si includono gli input degli esperti coinvolti.  Sebbene non ci siano cambiamenti nei principi di base, la Open Definition è stata completamente rielaborata e riproposta con una nuova struttura, un nuovo testo e una revisione delle licenze.

Herb Lainchbury, Chair di Open Definition Advisory Council, ha dichiarato:

“la Open Definition descrive i principi che definiscono l’apertura, “openness”, in relazioni ai dati e ai contenuti, ed è utilizzata per valutare se una particolare licenza soddisfa quello standard. Un obiettivo fondamentale di questa nuova versione è rendere più facile valutare se il crescente numero di licenze aperte soddisfa realmente quei criteri. Aumentare il più possibile il livello di fiducia nel riutilizzo delle opere “aperte” ci permetterà anche di concentrarci su come estrarre valore da quelle opere.”

Rufus Pollock, Presidente e fondatore di Open Knowledge ribadisce:

“Da quando abbiamo creato la Open Definition nel 2005, essa ha giocato un ruolo chiave nella crescente comunità dell’open data e dell’open content. La Definition è come il “gold standard” per i dati e i contenuti aperti, garantendo qualità e prevenendo incompatibilità. Come standard, la Open Definition ha un ruolo fondamentale nel sostenere la “open knowledge economy” con un valore potenziale di centinaia di miliardi e più, in tutto il mondo.”

Le novità della versione 2.0 di Open definition:

La nuova versione è stata sviluppata in collaborazione con esperti coinvolti nelle comunità dell’open access, open culture, open data, open education, open government, open source e wiki.

Queste le novità contenute nella versione 2.0 della definizione:

  • I principi fondamentali sono stati completamente riscritti – conservando lo stesso significato ma usando un linguaggio più semplice e charificando aspetti chiave.
  • Viene introdotta una netta separazione della definizione di licenza aperta da quella di opera aperta (open work), con quest’ultima che dipende direttamente dalla prima. Questo non solo semplifica la struttura concettuale ma offre anche una definizione appropriata di licenza aperta rendendo più facile l’auto-valutazione delle licenze conformi alla Open Definition.
  • L’opera aperta viene definita secondo questo insieme di tre principi:
  1. Licenza aperta (Open Licence): L’opera deve essere disponibile sotto una licenza aperta.
  2. Accesso: L’opera deve essere disponibile nella sua interezza ed a un costo di riproduzione ragionevole, preferibilmente tramite il download gratuito via Internet (presente nella versione 1.0).
  3. Formato aperto: L’opera deve essere fornita in un formato modificabile in modo che non ci siano ostacoli tecnologici allo svolgimento delle attività secondo i diritti garantiti dalle licenze.  Nello specifico,  i dati devono essere leggibili dalle macchine, disponibili nella loro interezza e in un formato aperto, o almeno, che possano essere elaborati con software libero, open source. Ciò può essere conseguito mediante la messa a disposizione dell’opera in un formato aperto, vale a dire un formato le cui specifiche siano pubblicamente e liberamente disponibili e che non imponga nessuna restrizione economica o di altro tipo al suo utilizzo.
  • E’ stato incluso un processo di approvazione della licenza per facilitare i creatori di licenze nel meccanismo di controllo di conformità con la Open definition e incoraggiare il riutilizzo delle licenze aperte preesistenti.

Informazioni aggiuntive

Qui trovate il Github repository di Open definition.

Qui trovate i blog post in inglese sulla Open Definition rielaborati in questa versione italiana.

Qui trovate la versione italiana della Open Definition 1.0 dal quale abbiamo estratto alcuni riferimenti.