Il resoconto degli Sports Hackdays di Milano

Per chi non c’era ai primi Sports Hackadays del 23 e dell 24 maggio:

  • 120 tra sviluppatori, designer e data scientist che hanno accettato la sfida di mostrare cosa può essere fatto con i dati sportivi;
  • 3 città, Milano, Basilea e Sierre, che hanno ospitato in contemporanea e in collegamento tra loro gli Hackdays coprendo ognuna aspetti differenti del vasto mondo dei dati sportivi;
  • 36 tra fonti online e dataset, tra i quali dati ufficiali che per la prima volta venivano messi a disposizione di un largo pubblico;
  • il racconto, illuminante e inedito, di come i dati sportivi vengono raccolti e utilizzati da aziende leader come Deltatre e Technogym.

Un’avventura in cui la venue di Milano ha avuto il compito d’indagare come vengono raccolti i dati sportivi, quali sono i modelli di valorizzazione del dato e quali gli ostacoli ad un’apertura dei dati da parte delle grandi federazioni internazionali. hackdays_mi

All’evento milanese era presente Deltatre, l’azienda torinese che produce le statistiche e i dati di approfondimento mostrati sullo schermo durante la trasmissione di Olimpiadi, Mondiali di calcio e Champions League, che ci ha introdotto nelle misteriose, per i più, tecniche di raccolta dei dati in ambito calcistico (fatte di inviati, i cosiddetti “spotter”, che, dotati di controller per console appositamente modificati, raccolgono sul campo dati che vengono in tempo reale integrati con quelli provenienti da sistemi di tracking video, così da ottenere un completo strumento di match analysis) e nelle attuali politiche di condivisione del dato da parte delle grandi federazioni internazionali (FIFA, UEFA e CIO).

C’è stata poi Technogym, che ha mostrato come utilizza i dati raccolti dalle proprie macchine e dai device che possono essere abbinate alla piattaforma Android sviluppata dall’azienda, offrendo l’occasione ai partecipanti di vedere svelate quali sono le reali applicazioni di business per dati a cavallo tra il Quantified Self e la performance analysis.

Ma un hackathon è un hackthon e anche a Milano, come a Basilea e Sierre, i team hanno prototipato e sviluppato: protagonisti del lavoro dei team sono stati i dati del Tor de Géants, l’ultratrail valdostano considerato il più duro al mondo e i cui responsabili erano con noi a spiegarci le peculiarità di una corsa di 5 giorni in cui i dati di ogni singolo partecipante, per ragioni di sicurezza e logistiche, sono essenziali. Altri team si sono misurati con il sistema Technogym su base Android, prototipando app per la performance analysis in real­time.

Il contributo di Milano si è aggiunto allo straordinario lavoro di Basilea, forte della presenza della comunità di Opendata.ch e di Sierre, in cui l’hackathon era ospitato dalla Haute Ecole de Gestion & Tourisme, che hanno contribuito con progetti di grande valore alla riuscita degli Sports Hackdays.

Da queste due giornate, con OKF che sta lavorando per creare un working group sui dati sportivi e altre grosse iniziative all’orizzonte, ha ora preso il via un difficile ma interessantissimo percorso di avvicinamento tra due mondi distanti quali quello degli open data e quello dei dati sport.

La partita è appena cominciata!

nota: testo di carlo toccaceli blasi – promotore dell’iniziativa