Questa è una serie di domande che ho inviato a Claudia Mocci volontaria di EUROSHA. Non faccio nessuna introduzione, perché raramente ho letto risposte così chiare. Buona lettura, e se vi fa venire voglia d’impegnarvi… beh… lo scopo è proprio questo.
[in corsivo le domande e le note, i grassetti sono miei]
Per iniziare, Claudia fa una premessa
io non sono una tecnica, informatica e non ci capisco quasi una mazza di ‘ste cose quindi abbi pazienza
come mai in tchad?
Il progetto Eurosha, di cui sono una delle 4 volontarie italiane selezionate , prevede la mappatura di alcune zone colpite da urgenze e crisi umanitarie. Il Tchad, con i suoi numerosi campi rifugiati e la posizione geografica è uno di questi, sia per motivi climatici sia per motivi politici e d’instabilità. Inoltre il Progetto ha come partner in loco France Volontaires quindi sono stati scelti dei Paesi (Kenya, Tchad, Burundi e Repubblica Centro Africana) in cui è presente la rappresentanza di France Volontaires. Aggiungo che non era possibile scegliere il paese d’impiego, quindi diciamo che è il Tchad che ha scelto me!
fai parte di qualche fondazione/ong?
Per quanto riguarda la parte relativa alla formazione prima della partenza, il Progetto pilota “European Voluntary Humanitarian Aid Corps”, finanziato dalla Commissione Europea (DG ECHO, European Commission’s humanitarian aid and civil protection department) è stato gestito dagli esperti della formazione di France Volontaires, Service de Cooperation au Développement, Groupe URD (Francia), Sloga (Slovenia), People in Peril (Slovakia), ECCB Diakonie – Center for Development and Humanitarian Aid (Czech Republic) e FOCSIV (Italia). Per quanto riguarda la parte sul terreno in Tchad collaboriamo con l’ONG ACRA e il Il team francese e americano HOT che inizialmente ha partecipato alle attività di formazione , nello specifico nella spiegazione e messa in pratica delle tecniche di mappatura OpenstreetMap, e che è attualmente responsabile delle missioni supportando i volontari nei quattro paesi. In realtà quindi non faccio parte di un’associazione o Ong specifica.
hai fatto degli studi rivolti a questa professione?
Assolutamente no. Sono laureanda in Scienze Internazionali e Diplomatiche , Università di Bologna, Polo di Forlì per l’esattezza. Il mio sogno è sempre stato quello di lavorare nel mondo della cooperazione alla sviluppo e grazie all’Associazione Sardinia OpenData , di cui sono co-fondatrice e volontaria attiva da quasi due anni ho scoperto un nuovo interesse per tutto ciò che è OpenSource e OpenData, in particolare sono rimasta colpita dai valori e obiettivi del mondo “Open”.
che formazione/interessi hai in campo informatico?
Ho risposto involontariamente a questa nella domanda precedente. Non parlerei di formazione, ho iniziato per gioco ad usare ubuntu, complice la passione per tutto ciò che è informatico di un ex fidanzato, poi linux mint e infine mi sono convertita definitavamente , abbandonando windows, ripreso a fatica per lavorare qui in Tchad. Per il resto direi che incarno alla perfezione lo stereotipo della donna non atta al volante e tutto ciò che è informatica-tecnologia! Prima di rispondere a tutte le domande seguenti vorrei fare una brevissima presentazione della situazione attuale del Tchad. Secondo le stime del 2001 il Tchad è tra i 10 paesi più poveri al mondo. Gli indicatori di sanità riflettono la situazione di povertà del paese (l’80% della popolazione del Ciad è sotto la soglia di povertà ) E’ molto difficile parlare di sviluppo della tecnologia , sia essa legata all’informatica, all’agricoltura, all’industria, ecc, poiché questa è veramente prerogativa di pochissime persone, nonostante negli ultimi due anni il Governo stia attuando delle politiche di apertura all’estero abbastanza consistenti. Vorrei quindi che teneste a mente qual è la situazione di partenza di questo paese, molto diversa per esempio dall situazione attuale del Kenya.
come è il livello di tecnologia in Tchad?
Se parliamo di tecnologia in senso generale molto scarso, per quanto riguarda la parte relativa all’informatica direi quasi inesistente.
la distribuzione di strumenti tecnologici a che livello è?
Direi piuttosto scarso. Quasi del tutto inesistente. La tecnologia è molto cara, un po’ meno la strumentazione cinese, ma resta comunque quasi del tutto inaccessibile per il 90% della popolazione.
i luoghi comuni sull’africa sono ancora vicini al “buon selvaggio“, qual’è invece l’approccio verso la tecnologia?
Tanta curiosità, tantissima. Chi ha la possibilità spende parecchio per avere le ultime tecnologie disponibili sul mercato. Ho riscontrato però che l’uso che queste persone fanno delle strumento è veramente limitato, per via delle poche informazioni teoriche in possesso. A cosa ci serve un’autovettura se non sappiamo guidare? I miei colleghi ciadiani riderebbero come dei matti dopo questa affermazione, visto che qui il 70% degli automobilisti non ha proprio una patente regolare!
in una società meno soggetta a consumo di tecnologia per “moda” quanto prevale la funzione dello strumento?
Dipende dallo strumento. I cellullari , per esempio gli smartphone, sono di gran moda anche qui . Il Commissario del piccolo villagio in cui vivo , Goré, ha uno smartphone Samsung recentissimo, importato dalla Francia (mi astengo da qualsiasi commento relativo al fatto se sia capace di usarlo o meno). Il livello di alfabettizzazione dell’utilizzo dei computer è scarso, anche se le cose stanno cambiando velocemente, per lo meno nelle grandi città. Tutti hanno ormai capito che per poter lavorare in certi ambienti la conoscenza dell’utilizzo del pc è fondamentale.
in un contesto da definire, la tecnologia e l’informatica che margini hanno per determinare non solo la rappresentazione ma anche la costruzione di una formazione evoluta?
Ovviamente una società che dispone, possiede, un numero alto di tecnologia è una società in grado di aprirsi alle altre in modo più incisivo, soprattutto se queste tecnologie sono messa a disponizione dell’intera ppolazione. Non prioritaria per la sopravvivenza della popolazione ma importante a livello globale.
la connessione web è si utile, ma come viene vissuta in Tchad?
Come un grosso problema, soprattutto per chi lavora nel settore dell’informatica e nel settore umanitario per esempio . E’ difficile, quasi impossibile , avere una buona connessione internet senza le grosse antenne satellitari, prerogative di pochi. Per intenderci, ci sono ancori grossi problemi di comunicazione coi cellullari, unico mezzo di comunicazione diffuso e a basso costo, perché spesso non abbiamo la linea.
la connessione per cosa viene usata, in genere?
Per motivi lavorativi al 95%. I giovani, quei pochi che se lo possono permettere e che hanno un livello d’istruzione un po’ più elevato e che quindi hanno accesso ai social network per esempio, la utilizzano per svago o studio.
avete fatto un mapping party, che difficoltà di apprendimento avete avuto?
Innanzitutto capire la logica di OpenstreetMap. I concetti LIBERO e PARTECIPATIVO erano due muri enormi all’inizio. Successivamente l’azione di disegnare i vari edifici, il concetto di tag e per alcuni come utilizzare il gps, intendo come muovere il cursore. Ma devo dire che nel complesso i mapping party sono stati, tutti, un’esperienza incredibile, rigenerante ed energizzante, anche quando il mio studente, un po’ anzianotto, mi ha tenuta 15 minuti sotto il sole perché doveva assolutamente prendere le coordinate della vacca del suo vicino di casa, che ruminava tranquilla e ignara del fatto che ora possiede longitugìdine, latitudine e un punto (che ho eleminato, ovviamente) sulla nostra carta di Goré.
che strumenti avete usato, sia hardware che software?
Utilizziamo i computer, Java per far funzionare JOSM (Java OpenStreetMap), Quantum GIS, Grass GIS per citarne alcuni. Tutta una serie di strumenti online, come per esempio lo strumento per la creazione dei Walking Papers fondamentali per i mapping party, Tasking Manager per la cartogtafia a distanza, Keep Right per la correzione degli errori
il livello di risposta è stato di entusiasmo per la novità o per la scoperta di poter/aver acquisito una nuova abilità?
Entrambe. Grandissimo entusiasmo da parte di tutti i partecipanti , fierezza per essere riusciti a fare il primo upload su JOSM tanto che qualcuno ci ha invitati per festeggiare la sera stessa, la conpevolezza di aver acquisito una capacità e manualità rara qui a Goré, tanta gratitudine. Per noi sono sempre momenti di grande confronto e di crescita per capire per esempio come modificare le formazioni future, d’ispirazione, soprattutto le ultime fatte con l’Associazione ADIL (Ass. pour le development du logiecelle libre au Tchad). Consiglio vivamente a tutti voi di dare un’occhiata alla pagina Facebook di ADIL, questi giovani stanno scrivendo la storia dell’informatica del Ciad.
c’è il rischio di sottrazione di quello che è stato insegnato?
Lo speriamo vivamente!!!!Uno degli obiettivi è quello di creare una communità OSM in Tchad che possa continuare sempre a titolo volontario, la mappatura del territorio utilizzando Josm.
esistono degli strumenti (sociali, politici, materiali) per ostacolare chi ha interesse ad una popolazione incapace di mappare il proprio territorio?
Ovviamente si!! Ovviamente si!!!! Politici , in primis! Qui abbiamo una marea di divieti, come per esempio, il divieto di fare foto. Solo i due miei colleghi ciadiani sono autorizzati in certi casi.
secondo te, che ruolo può svolgere la mappatura del proprio territorio anche per società stanche e pigre come quelle occidentali?
In un periodo in cui lo Stato è sempre più lontano ai bisogni dei cittadini, sempre più lontano da quella che è la realtà effetiva del territorio, pensate a che impatto devastante, in senso positivo, potrebbe avere una società che si arma di gps e mappa, utilizzando OSM, il proprio territorio, quartiere, città, regione. Immaginate che utilità, anche politica, possono avere le informazioni reali raccolte. Lo stato effettivo delle strade, tutti gli edifici o i cantieri statali iniziati chissà quando e mai terminati, gli sprechi. Pensate ai numerosi terremoti degli ultimi anni, all’utilità di una mappa dettagliata come quelle che produciamo noi qui in caso di urgenza. Sarebbe un riappropiarsi del proprio territorio in maniera partecipativa, facendo dei cittadini i veri protagonisti.
la mappatura come viene vista rispetto ai bisogni primari?
Non di primaria importanza per quanto riguarda credo il 99% della popolazione in un paese come il Tchad ma molto importante per le autorità locali, governative e le varie ONG che lavorano sul territorio visto che molto non possiedono un carta precisa del paese. Aggiungo che è veramente difficile fare una mappa precisa e veritiera del Tchad poiché è un paese in continuo cambiamento, crescita, con villaggi che nascono o vengono abbandonati nel giro di un mese, il territorio subisce dei cambiamenti . Ecco perché il contributo della società civile è fondamentale.
nessuno vi ha detto “hanno bisogno di cibo (o altro) invece che di imparare il computer”?
A me personalmente non è mai successo. Lavoriamo sempre con persone che riconoscono il valore del nostro lavoro. In generale tanti chiedono da mangiare.
si superano le disparità di genere attraverso l’acquisizione di competenze tecnologiche?
Purtroppo, ma sottolineo a caratteri cubitali che è un’opinione strettamente personale, no. Mi trovo in un Paese in cui la donna non ha praticamente quasi nessun diritto. Pochissime le donne che non vivono in questa condizione. Pochissime le donne che hanno accesso all’istruzione. Ringrazio a tal proposito Viviane e Ursule, giovani donne, fiori all’occhiello delle nostre formazioni. Giovani speranze di questo Paese.
le forze militari avranno già avuto una mappatura dei luoghi, hanno fatto qualche ostruzione?
Questa domanda necessità qualche spiegazione. Non esistono delle buone carte geografiche, e per buone intendo complete e recenti del Tchad. Per questo il Governo ha iniziato un programma di mappatura del territorio nell’anno 2012. Questa è stata la sfida più grande per noi, spiegare la differenza tra la nostra attività e la semplice mappatura. Nessuno ha fatto ostruzione poiché ovviamente prima di iniziare qualsiasi tipo di attività , abbiamo fatto il giro delle varie autorità locali del villagio di Gorè per presentarci , mostrare i nostri documenti, presentare il progetto e invitare le autorità alle nostre formazioni. Con grande entusiasmo, il Commissario della Polizia di Goré, che ha subito chiesto se ci trovava su Facebook, ha accettato di fare una formazione base sull’utilizzo del gps, dei walking papers e un po’ d’esercizio su Java OpenStreetMap. Permettetemi di aggiungere due righe su un altro aspetto relativo al mio lavoro, meno tecnico ma fondamentale. Lavorare in un Paese come il Tchad, etichettato come zona rossa per via dell’insicurezza, con la povertà e fame che ti seguono giorno dopo giorno, passo dopo passo, non è semplice. Soprattutto se si capiscono chiaramente le motivazioni che stanno dietro a tutto ciò che vedo da 3 mesi. Non esiste formazione, training, libri o master che possa preparaci a certe realtà, così come non esiste cura efficace che possa alleviare in maniera consistente il senso di colpa e ingiustizia che inevitabilmente si prova davanti a certe immagini. Ma è in posti come questi che il nostro lavoro ha un valore aggiunto, che i rapporti instaurati con i partners, collaboratori o i cittadini hanno un valore che per me è inestimabile. Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno lavorato, e ancora lavoreranno con noi, chi ha partecipato ai nostri atelier, chi non lo ha fatto ma ci ha sostenuti. Ringrazio ancora di più tutti quelli che ancora non hanno capito perché siamo qui e che tipo di lavoro facciamo ma che nonostante questo ci hanno accolti come parte della famiglia, senza ostacolare il nostro lavoro. Grazie a voi che da lontano ci seguite e sostenete perché anche grazie a voi le due parole: -partecipativo e libero- assumono ancora più valore.
foto di Claudia