(traduzione dell’articolo Let’s defend Open Formats for Public Sector Information in Europe! scritto dall’organizzazione Regards Citoyens al 3 dicembre 2012)
In seguito ad alcune osservazioni di Richard Swetenham della Commissione europea , abbiamo fatto alcune modifiche relative al processo dil dialogo a tre e le successive fasi: il «trilogo» inizierà le sue riunioni il 17 dicembre ed è quindi già molto importante cominciare a chiedere ai nostri governi di supportare i formati aperti!
Quando lavoriamo alla creazione di incredibili, democratici, trasparenti strumenti di collaborazione in tutto il mondo , ciascuno di noi, utente o produttore di dati aperti, lotta con questi formati chiusi incredibilmente frustanti o inespugnabili in cui, molto spesso, le informazioni pubbliche sono rilasciate: XLS , PDF , DOC , JPG, tabelle completamente disorganizzate , ecc.
La revisione della direttiva europea PSI è una opportunità per spingere su una chiara definizione di formati aperti!
Nell’ambito dell’Agenda Digitale di Neelie Kroes, la Commissione Europea ha recentemente proposto una revisione della direttiva PSI – Public Sector Information (informazione del settore pubblico) ampliando il campo di applicazione della direttiva in vigore al fine di incoraggiare gli enti pubblici per aprire dati che producono, nell’ambito delle proprie attività.
La revisione sarà discussa al Parlamento Europeo (EP) , ed è questa l’occasione per i cittadini per sostenere una chiara definizione dei formati aperti in cui l’informazione del settore pubblico (PSI) deve essere rilasciata.
Noi di Regards Citoyens crediamo di avere una definizione corretta di formato aperto utile alla revisione della direttiva UE PSI che potrebbe essere di grandissimo supporto al cittadino e contribuire all’innovazione economica. Noi crediamo che tale definizione possa essere riassunta in due semplici regole ispirate dai principi del progetto OpenDefinition di Open Knowledge Foundation:
- essere indipendente dalla piattaforma e leggibile dalla macchina, senza alcun interesse giuridico, restrizione finanziaria o tecnica;
- essere il risultato di un processo sviluppato apertamente in cui tutti gli utenti possono effettivamente essere parte dell’evoluzione delle specifiche.
Questi sono i principi che abbiamo sostenuto in una nota politica sui formati aperti che abbiamo pubblicato settimana scorsa e inviato, singolarmente, a ciascuno dei deputati del Parlamento Europeo (MEP) coinvolti nella commissione di votazione sulla revisione della direttiva PSI giovedì scorso.
Buone notizie: la prima regola è stata adottata! Ma la seconda no. Come mai?
Votazione ITRE del 29 novembre: cosa è successo e come?
Il processo parlamentare europeo, prima della sessione plenaria, prevede una commissione principale che si impegna dell’organizzare il dibattito. Nel nostro caso quella della ricerca nell’industria e nell’energia (ITRE). I suoi membri si sono incontrati il 29 novembre intorno alle 10 per votare in merito alla revisione PSI, insieme ad altre questioni.
I deputati possono proporre emendamenti alla revisione in anticipo, ma, per accelerare il processo, il Parlamento Europeo lavora su quelli che vengono chiamati “emendamenti di compromesso” (CA): la commissione sceglie un relatore che si incarica di presentare la questione a suo nome e per ogni gruppo politico riceve un “relatore ombra” che lavora assieme al relatore principale. Questi studiano le modifiche proposte e cercano di riassumere le più consensuali in un CA, quindi portando i deputati a lasciare indietro alcune modifiche quando considerano i loro interessi raggiunti. Nel corso della riunione del comitato, entrambi i tipi di modifica sono votati secondo le condizioni di voto di lista predefinite indicate dalle raccomandazioni del relatore.
Per quanto riguarda i formati aperti, il tutto si concretizza su una proposta di aggiungere un paragrafo nel secondo articolo della direttiva che fornisce una definizione chiara di ciò che è,in realtà, un formato aperto. Il lavoro dei relatori ha portato all’emendamento 18 con un compromesso abbastanza buono, che parla più o meno da solo:
“Un formato aperto deve essere indipendente dalla piattaforma, interscambiabile fra computer [machine readable] e messo a disposizione del pubblico, senza restrizioni legali, tecniche o finanziarie che impediscono il riutilizzo delle informazioni contenute”
Questo emendamento è stato approvato, il che significa che sarà proposto come una nuova modifica a tutti i deputati nel dibattito plenario. In virtù del fatto che ha il sostegno del relatore a nome della commissione competente, ha buone probabilità di essere presentato.
Riguardo la condizione di processo di sviluppo aperto, il deputato al Parlamento Europeo Amelia Andersdotter, relatore ombra per il gruppo parlamentare europei dei verdi, ha mantenuto e adattato a questa nuova definizione il suo emendamento 65:
“Formato aperto” vuol dire che le specifiche del formato sono mantenute da una organizzazione no-profit la cui composizione non è subordinata alla quota associativa, il suo crescente sviluppo avviene sulla base di un procedura decisionale aperta a disposizione di tutte le parti interessate, il documento di specifica del formato è disponibile liberamente, la proprietà intellettuale dello standard è irrevocabilmente disponibile a titolo gratuito
Nonostante le raccomandazioni per l’approvazione da parte del relatore principale, i gruppi ALDE e PPE non erano ancora pronti a sostenerlo ed è stato rifiutato.
Guardare i 12 secondi durante i quali sono state discusse le questioni sui formati aperti è una strana esperienza per chi non ha dimestichezza con il Parlamento Europeo, dal momento che la maggior parte del dibattito attuale avviene in anticipo tra i diversi relatori, la riunione del comitato consiste principalmente in una successione di chiamate al voto a mano alzata, che sono occasionalmente controllati elettronicamente. Pertanto, non sono disponibili singoli voti pubblici o registrazioni delle discussioni e la votazione avviene molto rapidamente.
Ed ora? Possiamo fare qualcosa?
Ora che la commissione ITRE ha votato, la relazione dovrebbe essere disponibili online presto.
Poiché il funzionamento delle istituzioni europee segue un modello di una organizzazione tripartita, il testo approvato dalla commissione ITRE sarà ora trasferito sia alla Commissione Europea e al Consiglio per l’approvazione. Questo include una procedura di dialogo a tre in cui deve essere attivato un consenso verso un testo comune. Si tratta di un’occasione per invitare i nostri rispettivi governi nazionali a spingere a favore dei formati aperti per mantenere e migliorare la definizione che il Parlamento Europeo ha già adottato. Il testo che verrà fuori dal dibattito tripartito sarà discusso in sessione plenaria, per ora prevista al 11 Marzo 2013. Fino a mezzogiorno del mercoledì precedente i deputati avranno ancora la possibilità di proporre nuove modifiche da votare in plenaria: può farlo sia un intero gruppo politico, o un gruppo di almeno 40 deputati di gruppi diversi.
Questi potrebbero essere i prossimi passi a favorire i formati aperti:
- Chiedere ai nostri governi nazionali di spingere a favore dei formati aperti;
- Tenersi aggiornato con i documenti e le procedure del Parlamento Europeo: il sistema ParlTrack offre notifiche via e-mail;
- Ogni volta che la proposta di nuove modifiche verso la discussione in plenaria è aperta, dovremmo contattare i nostri rispettivi deputati nazionali da tutti i gruppi politici ed esortarli a proporre emendamenti che richiedono formati aperti ad essere basati su un processo di sviluppo aperto. Avere molteplici emendamenti provenienti da diversi gruppi politici sarebbe certamente di aiuto ai deputati per rendersi conto che questa non è una posizione partisan;
- Quando si raggiunge il termine per proporre modifiche, dovremmo contattare i nostri deputati via telefono, e-mail o tweets ricordando di votare per tali modifiche e, eventualmente, contro quelli non validi. Allo scopo di permettere a chiunque di chiamare per telefono liberamente e facilmente i propri deputati al Parlamento Europeo, stiamo pensando di utilizzare l’ottimo strumento PiPhone per i cittadini europei di La Quadrature du Net.
In ogni caso, contattare deputati per sollevare preoccupazioni sulle politiche sui formati aperti è utile in qualsiasi momento, prima e dopo le discussioni in plenaria. Documenti programmatici, proposte, emendamenti, documenti divulgativi, blogposts, lettere aperte, petizioni, tweet … Tutto può essere utile!
Per concludere, vorremmo sottolineare ancora una volta che Regards Citoyens è un’organizzazione di volontariato, senza precedenti esperienze con il Parlamento Europeo. Questo significa che aiuto ed esperienza sono molto apprezzati! E prepariamoci a difendere i formati aperti per gli open data europei in queste ultime e poche settimane!
Può servire? Ormai ha un paio d’anni, ma l’impianto concetuale è ancora validissimo. http://www.aliprandi.org/apriti-standard/