Luca Corsato racconta i retroscena dell’apertura dei dati a Venezia
UPDATE: ecco il testo della delibera approvato -> DG_2012_485_testo e DG_2012_485_allegato
Chesterton diceva che:
l’intero mondo moderno si è diviso fra conservatori e progressisti. Il mestiere dei progressisti è continuare a commettere errori. Il mestiere dei conservatori è impedire che gli errori vengano corretti
Convinto di questo ho coinvolto un po’ di persone attorno ad un’idea: i dati sono la trasversalità e l’ecletticità di una comunità; i dati di un Comune sono la natura stessa di quella comunità nel suo essere realtà amministrativa. Così, senza nessuna regolarizzazione o registrazione o manifesto, abbiamo creato un gruppo su facebook.
Siccome poi quasi tutti usavano intensamente twitter, il nome del gruppo è venuto da sè: #opendatavenezia
Questo succedeva a metà maggio 2012. Il 4 ottobre 2012 la Giunta del Comune di Venezia approvava la delibera con cui definisce il patrimonio di dati della Città di Venezia come “open by default”.
In mezzo ci sono state una mozione approvata all’unanimità del Consiglio Comunale, un’audizione alla commissione del Comune di Venezia ed infine la delibera.
Felice coincidenza: la delibera viene approvata poche ore prima della presentazione delle riforme in merito a digitalizzazione ed evoluzione tecnologia del Governo Italiano.
Ora siamo all’inizio! #opendatavenezia nasce volutamente come una specie di “etichetta” perchè non è l’azione di quel gruppo che l’ha costituita ma di chiunque abbia interesse o cura di Venezia e del suo Territorio. Proprio per questo è necessario estendere a tutti sia la richiesta di dataset, sia la notizia che i dati ci sono e sono riusabili; in Spaghetti Open Data ho inviato subito la richiesta
[…] istigarvi a suggerire (sul nostro gruppo, al comune, ai singoli uffici) i dataset che vorreste e a consigliare le modalità e le necessità di pubblicazione. Inizialmente provvederemo a pubblicare l’intera cartografia di base, i dati ambientali lagunari, i dati turistici e quelli patrimoniali. Il sito a cui punteremo inizialmente è quello dati.veneto.it, fino a che non sarà pronto quello dati.venezia.it che sarà una derivazione di quello regionale. Il datahub che verrà usato sarà ckan con il lato portale in drupal 7: se qualcuno vuole aiutare, contribuire siamo a disposizione.
Il lavoro è e sarà molto: abbiamo un paio di idee e contatti ma c’è bisogno dell’inventiva e della creatività di tutti.
Molti, ora, ci chiedono come siamo riusciti in soli (per i tempi della burocrazia) cinque mesi a portare un’Amministrazione da zero ad una delibera: in realtà nel Comune di Venezia c’erano molti dipendenti che sapevano benissimo cos’è open data; alcuni sono impiegati, altri funzionari, altri dirigenti; alcuni assessori pensavano al concetto di open data senza conoscerne l’esistenza. La forza e l’incisività di #opendatavenezia sono state l’eliminazione di qualsiasi pregiudizio nei confronti di parti politiche, ruoli amministrativi o categorie lavorative e sociali: abbiamo parlato con chiunque avesse necessità di sapere.
Ci siamo resi conto che le posizioni che molto spesso vengono rappresentate sono inutili di fronte ad esigenze pratiche e fondamentali come i dati della propria realtà; sia essa del territorio, della cultura, della storia, dell’artigianato, delle immagini. Di fronte alla conoscenza spogliata di ogni rielaborazione o aggregazione, ognuno si spoglia delle sovrastrutture e si scopre persona e cittadino.
Se c’è una cosa che abbiamo imparato con #opendatavenezia è che, istintivamente, ogni persona ha la voglia e la necessità di condividere. Da un po’ di tempo le persone hanno capito che ogni forma di
sapere conseguito attraverso l’esperienza o lo studio, sia esso espresso in forma di cultura locale, scientifica, erudita o in qualsiasi altra
è un dato.
Condividerlo lo rende open… opendata: openknowledge