Oltre il buio: open data e percorsi partecipati per proteggere l’ambiente

Sabato 21 maggio 2011 ero a Terrafutura con gli amici di Buiometria Partecipativa, nella sessione “Words, world, web”.

Ho parlato per una decina di minuti di open data e delle motivazioni che hanno portato Buiometria Partecipativa ad adottare ODbL come licenza per i dati delle misurazioni sul territorio. Il nostro background è nel mondo del software geografico libero, e siamo stati parte delle prime discussioni in Italia sugli open geodata, quando “open data” non era ancora sulla bocca di tutti. Abbiamo partecipato, in vari modi, alla nascita di una comunità OpenStreetMap in Italia. Questi sono i motivi che razionalmente spiegano la scelta di una licenza libera. Anche se poi, in fin dei conti, il punto fondamentale è che ci piace predicare e razzolare bene, e farlo con apertura, autoironia, partecipazione, e sperimentazione.

L’intervento è ora disponibile in video ‒ si inizia a parlare di open data intorno al minuto 35 ma vi consiglio di ascoltare anche le parti precedenti.

Perché i dati buiometrici sono così importanti? Io credo che lo siano per due grandi motivi:

  • sono frutto di una esperienza di partecipazione e costruzione condivisa della conoscenza del territorio
  • sono dati di altissimo valore per la tutela ambientale

La scommessa sugli open data ambientali è una delle prossime che Open Knowledge Foundation vuole lanciare in Italia. Su questo tema esiste la direttiva europea 2003/4/CE, recepita nell’ordinamento italiano con il D. Lgs. 195/2005 e diffusa presso molte amministrazioni pubbliche (molto noto, per essere stato tra i primi, è il caso di ARPA Veneto). Questo non significa automaticamente open data, come è stato notato anche a proposito di altre direttive (PSI, INSPIRE), ma pensiamo che gli open data possano dimostrarsi la via più semplice per una attuazione estesa di questa direttiva. D’altro canto, come BMP dimostra, non tutti i dati ambientali sono prodotti da pubbliche amministrazioni, e proprio per questo è importante ragionare anche oltre le direttive CE.

La porta è aperta per chi è interessato a dare il proprio contributo in tema di open data ambientali.